La Vogalonga di Venezia da trent’anni è parte della storia cittadina più tipica e costituisce l’aspetto principale delle attività remiere di primavera.
La Vogalonga a Venezia è sorta per volontà dei veneziani e la sua libertà da vincoli pubblicitari si deve anche alla tenace opera di “paron Toni”Rosa Salva.
La Vogalonga a Venezia ha sempre inteso anche di richiamare l’attenzione di tutti, pubblico e privato, contro il degrado della città, il moto ondoso e per il ripristino di secolari feste e tradizioni veneziane.
A metà degli anni ‘70 un gruppo amanti della voga, della laguna e delle tradizioni della città “Serenissima”, si trovarono a Burano per dar vita ad una singolare “regata”. Da anni una famiglia veneziana, i Rosa Salva, assieme ad un gruppo di loro amici ed a numerosi campioni del remo, organizzavano il giorno della festività di San Martino un a regata su “caorline” a sei remi. Gli equipaggi erano misti, maschi e femmine, per metà formati da campioni anche più volte vincitori della “Storica” e per metà da appassionati dilettanti del remo.
Il percorso di questa regata a Venezia è rimasto immutato: si snoda per circa 30 km per canali ed i luoghi più pittoreschi della laguna di Venezia. Il raduno delle imbarcazioni venne fissato nel Bacino San Marco di fronte al Palazzo Ducale il giorno della “Sensa” (Ascensione). Già dalla sua prima edizione la Vogalonga di Venezia ebbe un enorme successo fino a raggiungere la considerevole cifra di 1500 imbarcazioni con circa 5000 partecipanti (1980).
A Venezia, anche “sull’onda” di questo successo, nacquero numerose società remiere che si dotarono di splendide imbarcazioni di rappresentanza a dieci, dodici e diciotto remi con un effetto “indotto” interessante, vista la rinascita di un artigianato ormai scomparso sia per il restauro che per la produzione di barche, remi e “forcole”.
In questi ultimi anni la partecipazione alla Vogalonga di Venezia si è assestata sul migliaio di natanti per circa 2500 – 3000 partecipanti, oggi da tutto il mondo. Così “all’alzaremi”, il fatidico colpo di cannone, alla partenza della Vogalonga, “dalla gola di tutti sgorga potente e sonoro l’antico grido delle gloriose galere” della serenissima:”Viva San Marco”. |
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Venezia è la città magica per eccellenza, uno dei palcoscenici più straordinari dove la storia e l’arte si riflettono nelle acque tranquille della Laguna. Qui tutto è romanticismo, poesia, malinconia. Talmente tanto si è scritto di Venezia che pare superfluo ricordare che è una città unica al mondo, e che è stata giustamente posta dall’UNESCO tra i patrimoni dell’umanità non solo per le sue ricchezze artistiche, ma anche per la straordinaria compenetrazione tra attività dell’uomo e paesaggio naturale delle lagune. Un unicum, dunque, il cui destino è stato sempre legato all’acqua: quella della laguna e quella del mare. Ogni isola è stata strappata alla sua forza devastante e occulta e l’ambiente, inizialmente ostile, venne compreso, rispettato e modellato con giudizio. Grazie al mare i veneziani hanno sopperito alla mancanza di terre coltivabili, di materie prime, e la flotta nata come strumento di sussistenza si è trasformata in fonte di potenza e ricchezza. Il colore dell’acqua, la sua capacità di riflettere il cielo, le facciate dei palazzi affrescati dai maggiori pittori dell’epoca, Tiziano, Bellini, Giorgione… il colore veneziano che nasce dall’acqua e diviene una peculiarità da contrapporre al disegno fiorentino: anche nell’arte il destino della città legato a quello del suo ambiente. La stessa architettura riprende i temi del mare: le carene delle navi vengono riprese nelle sommità delle chiese, le decorazioni a tortiglione che abbelliscono i portali gotici, i marmi e le statue che adornano su palazzi e case, tutto qui racconta di lontane basi marittime, di proficui commerci, di guerre. Oggi, le pietre di Venezia sono lì come un immenso libro che racconta una grande storia. Per capire a fondo questa città occorre abbandonare i tradizionali percorsi turistici, perdersi in quel labirinto in cui terra e acqua si intrecciano e si fondono continuamente. Perché in ogni stagione Venezia assicura emozionanti incantesimi. E la notte, in quel silenzio misterioso che solo qui è possibile, la città diventa ancora più straordinaria e sognante, lasciandoci il tempo di abbandonarci al romanticismo, alla poesia e alla malinconia.
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Teatro La Fenice – Venezia Il Teatro La Fenice è il principale teatro lirico di Venezia. Più volte distrutto dal fuoco e riedificato, è sede di una importante stagione operistica e del Festival internazionale di musica contemporanea. Costruito con estrema rapidità, malgrado imperversanti polemiche sul progetto, fu inaugurato il 16 maggio 1792 con l’opera di Giovanni Paisiello, I giochi di Agrigento. Il concorso per il progetto era stato indetto il primo novembre del 1789 e i lavori erano iniziati nell’aprile del 1790 sotto la direzione di Giannantonio Selva. Fu distrutto dal fuoco il 13 dicembre 1836 e ricostruito identico all’originale. Nel corso del XIX secolo è stato sede di numerose prime rappresentazioni di opere liriche di grandi autori italiani come Gioachino Rossini (Tancredi nel 1813 e Semiramide nel 1823), Vincenzo Bellini (I Capuleti e i Montecchi nel 1830 e Beatrice di Tenda nel 1833) e Giuseppe Verdi (Ernani nel 1843, Attila nel 1846, Rigoletto nel 1851 e La traviata nel 1853). Proprio La traviata, alla prima, fu sonoramente fischiata dal pubblico della Fenice. Nel 1937 il teatro fu restaurato su progetto di Eugenio Miozzi. Distrutto completamente da un incendio il 29 gennaio 1996, è stato riedificato - nello stile del precedente - in circa otto anni. Il nuovo teatro La Fenice è stato inaugurato il 14 dicembre 2003 con un concerto diretto da Riccardo Muti, che ha aperto le celebrazioni di una Settimana inaugurale. Durante i lavori, le rappresentazioni dell’ente lirico veneziano hanno avuto luogo al Palafenice, una struttura provvisoria appositamente creata al Tronchetto, e al Teatro Malibran. |
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Attorno alla Laguna del Mort il terreno è argilloso-sabbioso tanto sui dossi nella pineta che sulle dune costiere. L'area della laguna ha una superficie è di 125 ettari circa e, con le sponde circostanti, è popolata da una fauna ed una flora peculiari e, spesso, rare.
La flora sommersa è rappresentata da Zostera marina e da numerose specie di alghe. La zona meridionale dello specchio d'acqua presenta tratti di vegetazione a Phragmites australis e Juncus, mentre le zone appena più interne ospitano specie più legate ad ambienti alofili e secchi, quali Salicornia, Agropyron, Eryngium. Nella vegetazione delle dune, oltre ad un impianto artificiale di Pinus e Juniperus, si riscontrano, soprattutto nella parte più esposta al mare, Cakile maritima e Ammophila arenaria.
Nella zona delle dune sono presenti il Lepus europaeus (introdotto da alcuni cacciatori), la donnola (Mustela nivalis) e altri piccoli mammiferi come roditori e insettivori. Ma anche anfibi e rettili come il Bufo viridis, la Lacerta, la Coronella austriaca, il Natrix, il Coluber viridiflavus. Ed è segnalata come rara la Vipera Aspis.
Tutta l'area è frequentata da numerose specie di uccelli in migrazione. E' sede di sosta per varie specie di Anseriformi coem il Germano reale (Anas platyrhynchos), l'Alzavola, la Marzaiola, il Codone, il Fischione, il Moriglione. Si possono trovare inoltre strolaghe, svassi e molti caradriformi. E' sede di nidificazione del Fratino, dell'Usignolo di fiume, del Beccamoschino. Saltuariamente vi sostano anche Ardeidi come l'Airone cenerino, l'Airone rosso, la Garzetta e Falconiformi come la Poiana e il Falco pecchiaiolo.
Informazioni tratte da Piaveggente. |
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Un percorso rilassante e tecnico al tempo stesso: il Golf Club Pra delle Torri. Il Golf Club Pra' delle Torri, situato a soli 3 chilometri da Eraclea e 7 da Caorle, è uno splendido sea course di 18 buche, mt. 6045 Par 72. Le nuove 9 buche sono agibili da primavera 2007 e sono pronte per stupirvi con un affascinante par 3 vista mare ed adiacente alla spiaggia. È un percorso rilassante che nei periodi di brezza diviene molto tecnico ed appassionante; ben si presta per i giocatori alle prime armi, ma con il vento e le bandiere ben posizionate, diventa ostico anche per i più esperti. D'estate e d'inverno In questo campo è piacevole giocare d' inverno, in quanto il mare mitiga le rigide temperature, ma altrettanto d' estate, grazie alla leggera brezza marina, che sempre soffia regalando ai golfisti un po' di respiro dalla calura estiva.
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